NUMISMATICA LE ULTIME VENDITE CONFERMANO L’ INTERESSE PER LE EMISSIONI STORICHE. ORA TOCCA AI REGNI DI NAPOLI E SICILIA

Molto contese le lire di Vittorio Emanuele II e Umberto I. E’ boom per l’antica Grecia

…Realizzi a dir poco stupefacenti sono stati messi a segno dalla collezione BCD di Lokris e Delphi, messa in vendita a Zurigo da Numismatica ars classica. La cosa non deve tuttavia sorprendere in quanto la collezione era davvero di gran pregio. «Esemplari di grande qualità che – come ammette Arturo Russo di Nac – hanno esercitato un grande interesse da parte del mercato, che sembra non mostrare alcun segno di cedimento per questo settore». Tra i realizzi top, il tetradracma di Delphi, passato da una stima di 150.000 al realizzo di 475.000 franchi svizzeri. A loro volta due stateri del 336/335 prima di Cristo, hanno fatturato 200.000 e 85.000 franchi (erano stati valutati 50.000 e 30.000). Interessanti segni positivi sono venuti anche da una seconda vendita Nac, che aveva in catalogo un ragguardevole numero di monete antiche, romano imperiali in particolare. Un solido di Prisco Attalo del 409/10, venduto nel 2008 da Rauch per 85.000 euro, ha totalizzato 130.000 franchi svizzeri, pari a circa 93.000 euro, mentre il solido di Maggioriano del 457-461, che nella stessa vendita Rauch aveva realizzato 16.500 euro, è stato questa volta aggiudicato per 34.000 franchi (oltre 26.000 euro, al cambio del giorno della vendita. C’ è attesa per la vendita che Nac Numismatica (028056304) ha in calendario per il giorno 18 all’ Hotel Principe di Savoia, a Milano. Il grosso dell’ incanto è costituito dalla collezione Filippo Patti di monete dei regni di Napoli e Sicilia. Tra i tanti lotti spicca la quadrupla di Carlo d’ Asburgo, re di Napoli e Sicilia (1516-1554), che parte da 25.000 euro. Il rovescio della rarissima quadrupla, sul quale campeggia una figura femminile che regge nella mano sinistra una cornucopia, mentre con quella destra appicca il fuoco a dei libri e ad un mucchio di armi allude – sottolineano i compilatori del catalogo – al perdono accordato ai napoletani ribellatisi nel 1547 al viceré Don Pedro De Toledo intenzionato ad introdurre a Napoli il tribunale dell’ inquisizione. Vi furono degli scontri tra la popolazione e le truppe spagnole, ma alla fine il buon senso prevalse ed una delegazione di nobili napoletani si recò a Madrid sperando nella clemenza dell’ imperatore. Il perdono fu accordato, ma come ammenda la città dovette pagare 100.000 ducati d’ oro, ricevendo però la promessa che l’ inquisizione non sarebbe mai stata introdotta a Napoli».

UMBERTO REANO RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera – Corriere Economia

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